Di traguardi e punti di partenza, di coraggio e di passione

Tante volte ammiriamo qualcuno che ha il coraggio e l’intraprendenza di lasciare un rettilineo a quattro corsie per imbattersi in una provinciale con tornanti e semafori.

Ammirazione che si tinge anche di curiosità. Per vedere se la deviazione allungherà il percorso, lo accorcerà o semplicemente riporterà allo stesso punto di arrivo attraverso paesaggi diversi. Credo che quest’ultima ipotesi sia la più bella. Quella nella quale ognuno di noi debba sperare quando decide di scuotersi con le sane paure del cambiamento. Solo per vedere colori diversi, scorci mai visti e orizzonti differenti. Mi è successo. Non senza la preoccupazione di chi deve ripartire da un foglio bianco e da una matita.
Poco più di un anno fa, dalla tranquillità e dalla solidità della mia posizione professionale, ho deciso di ricominciare da capo. Dando il mio contributo alla nascita e ai primi passi di Cherry 106.
Per riuscirci, due sono state le domande che mi sono fatto: con chi avrei condiviso le mie paure e da quali errori sarei dovuto ripartire. Nel primo caso è bastato ascoltare il rumore delle risate dei miei compagni di viaggio, nel secondo – convinto che rifare le cose giuste sarebbe stato facile – mi sono appoggiato sugli errori che mi avevano colto più impreparato.
Ho lavorato come se stessi costruendo la mia casa dei sogni. Con la forza mentale di un giovane rivoluzionario e la saggezza di un padre di famiglia. Con l’ispirazione di un pittore impressionista nel cuore.
Questo mi ha aiutato, ogni giorno, a confermare che la provinciale mi avrebbe portato dove volevo. Dovevo solamente vivere l’esperienza con stabilità e consapevolezza, controllando il numero dei tornanti e il terreno viscido in alcuni punti. Ora mi guardo indietro e vedo che molto di quello che abbiamo costruito è frutto di una generazione di donne e uomini che sono sintonizzati mentalmente. Che non hanno paura delle verità scomode e che credono nelle favole. Che vivono la pressione come un acceleratore, una scadenza come un limite da valicare in anticipo e il traguardo come un punto di partenza. Che si appassionano se tutti sono felici e si rattristano se anche uno solo ha smesso di sorridere. Che amano la bellezza e detestano la coerenza della routine. Che lavorano per essere migliori di se stessi e non di altri.

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