Riscrivere il mondo intorno a noi: la Extended Reality

La Realtà Estesa – o “XR”, eXtended Reality – è un insieme di tecnologie che attraverso l’utilizzo di uno strumento dedicato, in forma di occhiali o di visore, immergono l’utente in una realtà estesa in maniera digitale. Questo termine identifica due principali categorie. La prima è la Realtà Virtuale (o “VR”, Virtual Reality). Un visore copre interamente i nostri occhi e ci permette di immergerci in una “bolla di realtà”, costruita digitalmente intorno a noi: la stanza in cui ci troviamo viene così “sostituita” da una realtà nuova che percepiamo con vista e udito e cui possiamo interagire. La seconda categoria è la Realtà Aumentata (o “AR”, Augmented Reality) che al contrario della precedente utilizza degli occhiali con lenti trasparenti su cui vengono proiettate immagini che il nostro occhio percepisce come appartenenti al mondo reale. Questa tecnologia permette di “aumentare” il mondo intorno a noi, non sostituendolo con un’altra realtà, ma integrandolo e permettendoci di interagire con esso in modo nuovo, per esempio percependo un collaboratore, in collegamento a centinaia di chilometri di distanza, come seduto all’altro capo del tavolo. La XR è una delle tecnologie più promettenti del nuovo millennio: la sua capacità di catturare l’interesse delle persone a prescindere da differenze di età o background con contenuti iper-immersivi sembra assicurare che negli anni a venire occhiali e visori otterranno un ruolo sempre più di rilievo nella nostra quotidianità.

L’incontro con Another Reality

  Sempre in cerca di nuove possibilità e convinti a imparare dai migliori, ne abbiamo parlato con gli specialisti di Another Reality (https://www.anothereality.io/), prima e principale azienda Italiana nel settore, nella figura del COO & co-founder Matteo Favarelli. Abbiamo aperto il nostro incontro raccontandoci i rispettivi mondi: il credito deteriorato e l’analisi di portfolio noi, la Realtà Estesa e le sue implicazioni loro. Matteo ha subito messo in gioco la sua enorme esperienza evidenziando il grande potere di questa tecnologia, ovvero la sua capacità di impegnare il 100% dell’attenzione dell’utente che durante l’esperienza è completamente dedicata al contenuto mostrato e non può essere distratta da “elementi esterni”. Il visore infatti occupa la vista e l’udito di chi lo indossa rendendo estremamente difficile distrarsi con smartphone o altri elementi che cubano costantemente una porzione della nostra attenzione. Il secondo grande potere della Realtà Estesa è la possibilità di sfruttare nel proprio storytelling ben quattro dimensioni: non solo il “3D”, la profondità, ma anche la quarta dimensione, l’immersività, ovvero la presenza nel momento e nel contesto. Questa è una modalità interamente nuova di presentare le proprie idee e ha delle potenzialità enormi a tutti i livelli e in tutte le circostanze.

Raccontare e rappresentare

  Insieme a Matteo abbiamo ragionato su come si possa far aderire questa tecnologia all’universo Fintech, sfruttandone le potenzialità elencate, e due sono le strade che abbiamo individuato, riassumibili con due termini: “raccontare e rappresentare”. Raccontare è la naturale funzione della tecnologia XR. Se una presentazione PowerPoint è in grado di comunicare un’idea, un business model o le qualità di un prodotto in maniera chiara e definita, si può facilmente immaginare le potenzialità che può avere la tecnologia immersiva. Raccontare un prodotto avendolo virtualmente tra le mani e smontandolo e analizzandolo pezzo a pezzo, o descrivere un business model immergendo il nostro interlocutore dentro la value chain e muovendolo fisicamente (anzi, virtualmente) attraverso il processo: queste le potenzialità di questa tecnologia, che può rivoluzionare il modo di comunicare le nostre idee. Matteo ci ha raccontato di un progetto eseguito per IBM, “VBI Lost Connection” (https://bit.ly/3jj35eZ), una escape room virtuale, un’esperienza costruita per raccontare le capacità di Image Recognition di IBM Watson, l’Intelligenza Artificiale sviluppata dal colosso statunitense. La tecnologia XR è potenzialmente in grado di alterare per sempre il modo in cui molti professionisti approcciano il loro lavoro. La possibilità infatti di immergersi nei dati come un tuffatore nell’oceano, lasciarsi circondare dalle informazioni e usare le proprie mani e la propria vista per esplorare il proprio ambiente di lavoro in un modo mai visto prima, può completamente rivoluzionare il modo di lavorare e l’interazione con i dati. Architetti e designer, per esempio, stanno sempre più apprezzando il valore di sostituire software di creazione tradizionali – in due dimensioni sullo schermo di un pc – con strumenti XR che permettono di vedere le proporzioni, di visitare a dimensione naturale un palazzo ancora inesistente o camminare sulla superficie di una valvola e verificarne di persona la tenuta. Queste sono solo alcune delle idee che sono nate dalla nostra lunga discussione, ma sicuramente ne parleremo ancora… per scoprire il resto, stay tuned!

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