Andamento dei tribunali fallimentari a fine 2021
Introduzione
Nel 2021 sono aumentate le pratiche aperte nei tribunali fallimentari italiani, mentre è diminuito sensibilmente il volume delle procedure arretrate rispetto al 2020. Questa la fotografia scattata al 31 dicembre 2021 da Cherry Sea, l’osservatorio sulla giustizia fallimentare di Cherry srl – società che fornisce servizi di intelligenza artificiale agli operatori del credito – che tramite i portali del Ministero della Giustizia ha realizzato un’analisi dell’andamento delle procedure registrate negli scorsi dodici mesi nei 140 tribunali fallimentari italiani. Nel corso del 2021, in particolare, sono state aperte 8124 pratiche, in crescita dell’8% rispetto al 2020, dato tuttavia ancora al di sotto dei valori pre Covid (nel 2019 le nuove procedure erano state 11.000). Lo stock in tutta Italia ammonta invece a 72.566 procedimenti, in diminuzione del 6% rispetto all’anno precedente, variazione in linea con quelle registrate negli ultimi anni.
Pratiche in aumento
L’apertura di pratiche ha registrato un forte incremento nei tribunali di Catania, Bari e Roma, che con 894 nuove procedure si riconferma il foro più “attivo” d’Italia, seguito da quello di Milano (810). Tra i tribunali che, viceversa, hanno registrato una diminuzione di lavoro in entrata, ci sono Busto Arsizio, Padova e Bergamo.
La top 20 dei tribunali
I numeri offrono una lettura diversa, se si focalizza l’attenzione sui venti principali tribunali italiani: Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Roma, Torino, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza. Prendendo questo campione in esame, il numero delle pratiche aperte nel corso del 2021 è 4478, circa il 20% in più rispetto al 2020, mentre l’ammontare dell’arretrato si attesta a 32681 pendenti, in diminuzione di appena lo 0,4% rispetto a dodici mesi prima.
Quanto allo stock, il podio dei tribunali vede al primo posto Roma (4918 pratiche pendenti), seguito da Milano (4721) e Bari (2023). Utilizzando come unità di misura il Disposition Time (DT), metrica già adottata dalla CEPEJ (Commissione europea per l’efficienza della giustizia), interpretabile come il tempo necessario per smaltire i procedimenti pendenti alla fine di un dato anno, attualmente sarebbero necessari mediamente quasi 5 anni per smaltire l’arretrato cumulato nei 20 tribunali presi in esame. Anche per questo parametro si registrano diversi livelli di performance: il DT di Roma, ad esempio, è pari a 7 anni, 6,3 quello di Firenze e 6 quello di Bari (che tuttavia lo scorso anno ha dimezzato il valore del 2020, che era pari a 12 anni); viceversa, i tribunali più “veloci” ad oggi sono Torino, Modena e Milano, che presentano un DT di 3,5 anni.
Visione di insieme
In conclusione, la mappa delle procedure fallimentari vede concentrati i due terzi dei pendenti di
tutta Italia tra le regioni del Nord (28.642) e del Mezzogiorno (25.337), il restante terzo (18.587) al
Centro. In particolare, con 12.185 pratiche in arretrato, la Lombardia è la regione con lo stock più
consistente, seguita da Lazio (8.624) e Campania (6.821); le regioni, invece, con il minor carico di
procedure sono Molise (384), Trentino Alto Adige (654) e Basilicata (757).